Sono una cinquantina di case a due piani a pianta quadrata.
Sono destinate alle famiglie nelle quali almeno un membro lavori in fabbrica.
L’affitto viene detratto dalla busta paga.
Di solito sono abitate da un paio di nuclei familiari, perlopiù imparentati.
Alcune hanno un unico ingresso, altre hanno l’ingresso doppio in base al numero di famiglie che vi abitavano.
Nelle stanze al piano terra si cucinava e si facevano i lavori di casa, mentre al piano superiore si dormiva.
Gli ambienti sono ampi, i soffitti alti e le finestre lasciano entrare molta luce, elementi architettonici che Silvio Crespi ritiene necessari a una vita sana.
Attorno a ogni villetta è ricavato un piccolo appezzamento, usato come orto, circondato da recinzioni ottenute da materiali di recupero degli imballi, dette “regge”.
Fino agli anni Quaranta, una cornice in cotto distingue il distacco tra il piano terra e il primo. Il segno dello “strappo” è visibile ancora oggi.
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