Conoscete la chiesina di Sant’Andrea in Catello a Villa d’Adda? Se non l’avete mai visitata, non sapete cosa vi siete persi! Ecco qualche riga per provare a capire di cosa si tratta, ma vi assicuriamo che nessuna parola vale una visita guidata! L’edifico oggi visibile viene edificato dai villadaddesi tra il 1454 e il 1469, con materiali della zona come l’arenaria grigia proveniente dalle cave locali in località Faida del monte dei Frati, ricalcando probabilmente il sedime di una precedente chiesa romanica della quale non vi sono tracce. La chiesa occupa un’area di 230 mq ed è di impianto tardogotico, caratterizzato da un’unica navata con orientamento est-ovest e suddivisa in quattro campate scandite da grandi archi a sesto leggermente acuto. Il presbiterio, inquadrato da un arco a tutto sesto, è coperto da una volta a botte tronco-conica. Numerosi all’interno gli affreschi realizzati in più di un secolo da artisti locali, tra i quali spicca il Trionfo di Cristo di Cavagna. Ricco anche l’apparato decorativo di stucchi, di gusto barocco, realizzati da Lorenzo e Gerolamo Sporta. Sebbene in territorio bergamasco, la chiesa segue il rito ambrosiano, fino alla metà del XVIII secolo quando la nuova parrocchiale relega Sant’Andrea in Catello a una posizione sempre più marginale fino al suo completo abbandono. È grazie all’attuale proprietario, Gianpietro Biffi, che vengono avviati lavori restauro che hanno permesso di portare alla luce ben 46 tombe di inumazione, le più antiche delle quali risalenti all’VIII e IX secolo d.c. Oltre alle 21 tombe di notabili del paese e parroci vissuti tra la fine del XV e XX secolo – delle quali in parte già si conosceva l’esistenza – nel corso dei lavori di scavo sono emersi, all’altezza dell’ingresso principale dell’edificio (sud-ovest), i resti di 25 tombe dell’VIII e IX secolo d.c. (come accertato gli esami effettuati
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