Traditional production of Bergamo’s salami, a Bergamasque speciality, cooked pigs head and Cabernet IGT, red wine.
Via Divisione Tridentina, 11, Piana di Mapello, Mapello (Bg)
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Nel Comune di Sotto il Monte, in zona panoramica e collinare, sorge l’antica abbazia di Sant’Egidio in Fontanella, fondata nel 1080 da un nobile bergamasco, Alberto da Prezzate.
Il monastero dedicato a Sant’Egidio esercitò un ruolo di notevole importanza socio-economica su tutta l’Isola nel XII secolo.
Nel chiostro è sistemato il piccolo sacello contenente, secondo una leggenda, la tomba di Teiperga, sorella del fondatore Alberto da Prezzate.
Nelle tre absidi, orientate a est, si aprono monofore circondate da decorazioni a motivi geometrici. La pianta basilicale si compone di tre navate, coperte da capriate lignee a vista. Le tracce dei dipinti più antichi sono visibili nel presbiterio.
Affreschi di età rinascimentale si trovano nel catino absidale, dove spicca al centro la figura del Cristo Pantocratore in mandorla, circondato dai quattro Evangelisti entro tondi e le loro raffigurazioni simboliche.
Sempre rinascimentale è il grande affresco sulla parete della navata sinistra, a forma di polittico. Sono successivi il piccolo affresco a sinistra dell’ingresso con S. Antonio Abate e S. Rocco, datato 1532 e quello della conca absidale di destra, eseguito nel 1574 da Cristoforo Baschenis di Averara.
Per maggiori informazioni : www.santegidioinfontanella.it
Questo bell’edificio, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, fu dimora di Vittore Tasca, illustre personaggio di quel periodo, garibaldino e pittore amico di Giovanni Carnovali, detto “Il Piccio” e di Alexandre Dumas.
Dal punto di vista architettonico il complesso si presenta distinto in tre aree. Di notevole interesse è il parco romantico, piantumato con pregevoli essenze ormai secolari, quali cedri e magnolie, un esempio dell’architettura dei giardini dell’Ottocento descritto anche da D’Annunzio.
Si tratta di una delle più belle ville dell’Isola.
Edificata nella prima metà del Settecento su commissione dei conti Zanchi, Villa Gromo è inserita in un anfiteatro di alberi secolari.
Alla metà del XIX secolo, la proprietà dell’edificio passò alla famiglia Finardi e ancora più tardi alla signora Stampa, che fece realizzare la portineria in stile elvetico, accanto all’attuale ingresso.
Nel 1947, il complesso fu acquistato dalla famiglia Antona-Traversi, i cui eredi ancora oggi detengono la proprietà.
Nell’impianto a U, abituale nelle ville settecentesche lombarde, le ali sono appena più basse rispetto al corpo centrale pur avendo lo stesso numero di piani.
Questo fa supporre che l’edificio possa essere stato costruito in tempi diversi.
La parte inferiore del corpo centrale dispone di un ampio porticato chiuso da una balaustra in pietra arenaria. La facciata si conclude con un sottotetto munito di tre aperture ovali ed è incorniciata dalle due ali del fabbricato.
L’interno presenta una serie di locali affrescati con figure allegoriche, cariatidi, finte balaustre, scorci di colonne, prospettive aeree, sagome e cornici illusionistiche.